Project Description

Questa congiungeva il paese alla piana di Latera e alla omonima ampia caldera, con i bordi della conca craterica ben evidenti e ricoperti da boschi dove è ancora possibile incontrare il lupo, il gatto selvatico e il capriolo oggi di nuovo presente e in forte aumento. La caldera è a conduzione prevalentemente agricola; si caratterizza per la presenza di pascoli aridi a graminacee e piante annuali tipici della zona mediterranea, bordati da siepi e boschetti, ed ospita comunità animali di vertebrati e invertebrati di tipo steppico, poco diffuse a livello regionale.

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I boschi misti che la contornano sono spesso dominati dal cerro (Quercus cerris) e da altre querce come la roverella (Quercus pubescens), in associazione con acero campeste (Acer Campestre), orniello (Fraxinus ornus), ciavardello (Sorbus torminalis), carpino nero (Ostrya carpinifolia), corniolo (Cornus mas) e altre essenze. Spesso come nei dintorni del paese alla cerreta si sostituisce il castagno, favorito dall’uomo per la produzione di paleria, e soprattutto in situazioni più fresche per la vicinanza dei laghi, in una valletta o su un versante esposto a nord magari ancora con la presenza di carpino bianco (Carpinus betulus), nocciolo (Corylus avellana) e dei più oggi rari ed esigenti rovere (Quercus petraea), faggio (Fagus sylvatica) e ciliegio selvatico (Prunus avium). Tutte le aree libere dal bosco sono da considerare come il risultato dell’azione dell’uomo che ha modificato il paesaggio realizzando coltivi o mantenendo praterie secondarie, inframezzate da siepi e boschetti.

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La storia del Museo della terra di Latera